Riflessologia plantare: il benessere attraverso i piedi
Conosciute e usate già in Cina, Egitto e India fin dal 4.000 a.C. le tecniche riflessologiche – studiate ampiamente dal medico americano William Fitzgerald che ne ha approfondito e rivisto i tecnicismi applicativi – sono oggi contemplate anche dalla medicina convenzionale con il nome di “tecniche integrate”. Le terapie integrate offrono un approccio olistico basato sulla cura della persona nella sua interezza psico-fisica con lo scopo di controllare i sintomi della patologia, supportare eventuali terapie farmacologiche in corso, raggiungere e mantenere il benessere della persona.
La riflessologia plantare praticata nel Centro Medico Althea si basa sul metodo occidentale della visione Steineriana, dal pensiero dell’antroposofo Rudolf Steiner che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, teorizzò l’importanza dell’armonia e dello sviluppo della persona nella ripartizione tra mente e corpo.
Qual è il principio base della riflessologia plantare?
I piedi hanno 7.200 terminazioni nervose che, se opportunamente stimolate, inviano al cervello degli input, che si riflettono sugli organi collegati.
«Massaggiando precisi punti del piede, chiamati “riflessi”, si innesca l’impulso nervoso che dal recettore passa al cervello, quest’ultimo lo rielabora e lo invia all’organo, alle viscere o al muscolo “bersaglio”» spiega Gaia Fagnani, riflessologa plantare e massoterapista del Centro Medico Althea.
Quali sono i benefici della riflessologia plantare?
«Oltre a un generale rilassamento, la riflessologia plantare aiuta a combattere tensioni e disagi fisici, che si allentano già dai primi trattamenti. Attraverso la stimolazione delle zone linfatiche, questa tecnica aiuta inoltre a depurarsi, a migliorare la circolazione sanguigna e a ripristinare il riequilibrio energetico del corpo.
«La riflessologia plantare agisce su tre livelli: organico, psicosomatico ed energetico, quando si lavora sui meridiani di agopuntura» sottolinea Gaia Fagnani, «la sua forza sta nella capacità di risalire alle cause del problema, alla sua validità di metodo non invasivo, tanto da potersi sostituire al massaggio (nei casi controindicati), alla possibilità di poter fungere da mezzo “diagnostico” tramite lettura del piede».
In quali casi è indicata
La riflessologia plantare è indicata per:
• stati infiammatori e cronici
• mal di schiena, tensioni e contratture muscolari, sciatalgia
• emicranie
• irregolarità dei ritmi dell’organismo (ciclo mestruale, ciclo sonno-veglia, peristalsi intestinale, ecc.)
• gonfiori linfatici
• sostegno del paziente oncologico
• ansia, stress, depressione
• stipsi
Come si svolge una seduta di riflessologia?
La seduta di riflessologia plantare è suddivisa in quattro momenti:
• L’anamnesi, utile a raccogliere più informazioni possibili e funzionale alla comprensione della situazione globale della persona, permettendo di agire nel modo più mirato possibile.
• L’osservazione della postura e del modo di muoversi e di camminare.
• La ricerca dei punti dolenti, per identificare le parti da trattare.
• Il trattamento personalizzato, per permettere il riequilibrio generale dello stato di salute.
Quanto dura il trattamento?
Il trattamento riflessogeno richiede circa 50 minuti a seduta. Possono essere necessarie più sedute per raggiungere la miglior efficacia della terapia.