Test delle Intolleranze Alimentari e Test delle Disbiosi Intestinali

Tra le visite e gli esami specialistici proposti dal Centro Medico Althea, ci sono due utili indagini per la salute. Si tratta del Test delle intolleranze alimentari e del Test delle disbiosi intestinali. I Test vengono effettuati dal nostro specialista in Omotossicologia e Omeopatia, in collaborazione con il Laboratorio DS, Diagnostica Spire.

Intolleranza alimentare: come definirla?

 

L’intolleranza alimentare viene, spesso, impropriamente definita come la tendenza di un cibo a sviluppare delle reazioni anomale ed eccessive che producono una serie di sintomi di disagio come gonfiore, pesantezza o difficoltà digestive.

Tuttavia l’alimentazione e lo stile di vita costituiscono fattori determinanti nell’insorgenza di tali “intolleranze alimentari”. La presenza sistematica di alcune sostanze nell’alimentazione quotidiana, quali per esempio il latte, costantemente presente nei cibi industriali, accanto a una mancata rotazione alimentare legata al ripetuto consumo di cibi anche fuori stagione, può determinare uno stato irritativo costante sul sistema immunitario, che faciliterebbe la reattività e l’alterarsi dei meccanismi di regolazione dell’organismo. Un alimento consumato ripetutamente può risultare
avverso in seguito a un periodo di stress o a una malattia. Tali fattori, infatti, modificano l’equilibrio intestinale, alterando l’assorbimento dei cibi e stimolando l’intervento del sistema immunitario.

L’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica, introduce l’importante distinzione tra reazioni avverse al cibo non tossiche (che dipendono dalla suscettibilità individuale) e reazioni tossiche, (dipendenti dalla dose e non da una particolare suscettibilità individuale). Riportiamo di seguito la classificazione dell’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica (fonte: Diagnostica Spire).

 

Reazioni avverse agli alimenti secondo la classificazione dell’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia Clinica

Come si esegue il Test delle intolleranze alimentari?

 

La diagnosi di un’effettiva reazione avversa al cibo IgG-mediata prevede il dosaggio dei livelli anticorpali (immunoglobuline G) nel sangue del paziente, mediante metodica E.L.I.S.A. (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay). Il prelievo di sangue viene effettuato a digiuno dal medico responsabile dell’esame citotossico. Il campione ematico prelevato viene poi fatto reagire con gli estratti antigenici alimentari purificati.

Tutti possono sottoporsi al Test, compresi i bambini sopra i 7 anni. Il Test, infatti, non ha controindicazioni.

L’esito del Test è riportato in una tabella in cui sono elencati tutti gli alimenti analizzati accompagnati dal valore di reattività: le percentuali, da intendersi come il grado di intolleranza verso lo specifico alimento, sono corredate di istogramma con dimensioni e colore relativi alla gravità della reattività.

 

Quali obiettivi?

Lo scopo dell’indagine sopra descritta è quello di:

  • eliminare o ridurre numerosi disturbi fisici e psichici legati all’assunzione di determinati alimenti. Reazioni avverse agli alimenti possono, infatti, provocare, per esempio: dermatite, acne, dismenorrea, cistite, cefalea, tachicardia, ipertensione, astenia, ansia, ecc.
  • raggiungere il peso ideale
  • contribuire ad armonizzare il proprio corpo riducendo inestetismi cutanei quali obesità localizzata e cellulite.

 

La dieta corretta in base all’esito del Test

Le reazioni avverse al cibo IgG-mediate non sono “patologie irreversibili”, ma possono essere recuperate approntando un’adeguata dieta in base all’esito del Test. L’obiettivo, infatti, non è quello di eliminare definitivamente un alimento, ma di studiare una sua corretta gestione al fine di ridurre la sintomatologia che insorge in seguito alla sua ingestione.
È stato studiato un approccio indicativo per la sospensione/reintroduzione degli alimenti che hanno dato esito positivo al Test, ponendo particolare attenzione ai cibi con reattività maggiore.

 

Test delle disbiosi intestinali. Perché è utile?

 

Il Test delle disbiosi intestinali è utile per verificare l’esistenza di una disbiosi intestinale in atto. Si divide in due principali finestre di analisi. Queste consentono di percorrere due strade utili al fine di valutare il rapporto che l’organismo del paziente ha con il proprio microbiota. Una parte dell’analisi consente di individuare l’eventuale presenza di immunoglobuline di classe G nel siero del paziente (immunoglobuline generate dalla reazione leucocitaria avvenuta a livello della barriera intestinale verso antigeni di natura fungina). La seconda parte di analisi è relativa all’identificazione della natura dell’eventuale disbiosi in atto (fonte Diagnostica Spire).

In sostanza questo Test analitico è appositamente studiato per eseguire due controlli incrociati specifici:

1.MICRORGANISMI
rilevamento della presenza di anticorpi, nel sangue, diretti contro microrganismi (funghi, muffe e lieviti) attraverso la determinazione di immunoglobuline di classe G (IgG).

2.INDACANO e SCATOLO
ricerca dei due metaboliti nelle urine, riconosciuti come indicatori di disbiosi. La valutazione dei livelli è fondamentale per decidere quale specifico percorso terapeutico intraprendere.

 

A chi serve?

Al soggetto con un intestino disbiotico.
Sintomi di disbisi:

  • cattiva digestione (è la flora microbiotica a produrre enzimi digestivi)
  • facilità ad ammalarsi a causa di un indebolimento del sistema immunitario
  • infezioni quali cistiti o candidosi ricorrenti
  • frequente stanchezza e mancanza di energia
  • stitichezza o diarree frequenti
  • meteorismo o aerofagia.

 

Altri campanelli d’allarme possono essere:

  • alitosi
  • dolori addominali
  • colon irritabile
  • cefalea
  • foruncolosi
  • dermatite

 

Come si effettua il Test?

Il Test delle disbiosi intestinali si effettua tramite un prelievo ematico con pungidito e raccogliendo un campione di urine.

Tutti possono sottoporsi al Test, compresi i bambini sopra i 7 anni. Non ci sono, infatti, controindicazioni all’esecuzione dell’esame.

 

Perché fare un Test delle disbiosi intestinali?

A differenza dei Test che analizzano le feci, circoscrivendo l’analisi al microbiota degli ultimi 60 cm di colon, il Test con prelievo ematico e campione di urine consente di localizzare la disbiosi in atto nell’intestino tenue o nell’intestino crasso. Ciò agevola lo specialista nell’intervenire con un trattamento ad hoc.